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Daily Archives: aprile 9, 2011

Oggi manifestazioni dei protagonisti che seppelliranno Berlusconi ed avviano da ora il futuro possibile.

di maurizio aversa

Economia e futuro del Paese: è quasi una tragedia! Perché la scelta delle classi dominanti di credere al capitalismo da riformare, non vogliono riconoscere – solo per scelta ideologica o per difendere privilegi personali – che il capitalismo stesso non si può riformare. Le soluzioni di sistema per il Paese Italia, naturalmente, non possono essere adottate in autarchia ed isolamento. Tuttavia sarebbe un altrettanto grave errore ideologico pensare che il “cambiamento” post capitalismo possa avvenire nello spazio di un’alba. E’ necessario, per evitare che la tragedia si perpetri, è indispensabile per il futuro e la speranza di milioni di giovani, che il riconoscimento del superamento del capitalismo assuma l’aspetto di un percorso possibile e da iniziare subito. Quindi con una “fatica nella individuazione di cose da cambiare”; ma anche con una “dirompente possibilità reale politica di darvi inizio immediato”. C’è chi non lo ha compreso e non vuole e non ha interesse a comprenderlo. E’ il 10/20 per cento degli italiani, che appartengono al ceto capitalistico padronale (quello produttivo e quello finanziario); che sono fino ad ora riusciti a fare alcune cose: 1. far credere ad un’altra bella fetta di italiani che questo bengodi (fatto di soldi e nessuna regola) di cui sono gelosi custodi, può diventare anche il loro; 2. far credere che tutto questo si può raggiungere soprattutto se si è amici degli amici, sostegno dei potenti, accondiscendenti verso il potere comunque manifestato; 3. far credere che tutto ciò è perseguibile al meglio se non ci si preoccupa di chi è debole, e se non si hanno controllori rompiscatole come i cittadini organizzati, i sindacati, i partiti (specie se di sinistra). Questo 20/30 per cento, è lo stesso che sta vivendo come sanguisughe sulle spalle e sulla pelle (non solo in termini di sfruttamento ma anche di vite umane che si perdono quotidianamente) dell’80 per cento di beni e servizi, di cose e denaro prodotto dall’80 per cento degli italiani. Quegli italiani sottoposti al sistema produttivo comunque sia articolato. Dal lavoro in fabbrica e in cantiere, al lavoro dei campi e nei servizi, dal lavoro precario e intermittente, al lavoro sottopagato. Quel ceto che sta dominando è ben rappresentato oggi dal buffonesco governo italiano guidato dal piduista Silvio Berlusconi. E non si creda che Berlusconi e Montezemolo sono la stessa cosa; ma non si faccia l’errore contrario: che Montezemolo sia il cambiamento rispetto a Berlusconi! Che il capo del governo, come riporta l’AdnKronos “Nel cortile interno di palazzo Chigi ‘lezioni’ di marketing e di autopromozione di un imprenditore d’eccezione: il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi da’ i suoi consigli e improvvisa un vero e proprio ‘spettacolo’ di oltre un’ora ai premiati del progetto ‘Campus mentis’ promosso dal ministro della Gioventu’, Giorgia Meloni. Il Cavaliere si improvvisa giornalista: microfono in pugno intervista tutti, senza rinunciare al ruolo di intrattenitore, con battute e barzellette.”, abbia questi comportamenti, a fronte della drammaticità della realtà quotidiana e particolarmente delle questioni economiche, della vita dei giovani, è segno che davvero il suo tempo è abbondantemente scaduto, ma che tutto ciò, non è scontato che avvenga con una vera alternativa è un rischio concreto. Rischio che può essere evitato solo da nuovi soggetti che presentandosi sulla scena del Paese da protagonisti possono dettare indirizzi, scelte, soluzioni sociali e politiche veramente alternative. Le manifestazioni di oggi, sotto la parola d’ordine unificante “Il nostro tempo è adesso”, contiene questa occasione, questo messaggio.

piazza del popolo 13 febbraio 2011

In piazza per gridare ”la nostra esistenza” e ”il desiderio non piu’ rinviabile di vivere la nostra vita”: gli eterni giovani senza diritti e certezze si preparano a rivendicare che ”il nostro tempo e’ adesso. La vita non aspetta”. Con questo slogan – che e’ anche il nome del comitato promotore – i precari, i disoccupati, il popolo delle partite Iva, gli studenti, gli stagisti, i ricercatori, i free lance sfileranno per le strade delle citta’ italiane e non solo, per riprendersi – e’ il loro diktat – il presente, ancor prima del futuro, ed il Paese, partendo dal lavoro. La scelta della iniziativa di lotta, del protagonismo in piazza è immediatamente politica, perché è da questa opportunità che si può iniziare per affermare una inversione rispetto allo stato attuale delle cose. Forte è la richiesta al premier Silvio Berlusconi di ”farsi da parte”: ”Ci ha umiliati e trascinati in un baratro di poverta’ e disoccupazione”, dicono i promotori ed organizzatori della giornata di mobilitazione, non avendo fronteggiato la crisi. Con loro in piazza ci sara’ la Cgil, ma anche il comitato ‘Se non ora quando’ (protagonista delle manifestazioni da un milione di persone del 13 febbraio scorso per rivendicare la dignita’ delle donne) ed il fronte dell’opposizione: Pd, Idv, Verdi, Pdci-Federazione della sinistra hanno dato la propria adesione all’iniziativa, nata dal passaparola tra (altro…)